Se l’International Literacy Day assume sfumature sempre più digitali, il motore dietro le hard skill in ambito STEM rimane molto umano, secondo la prospettiva di SAS
Secondo IDC, entro il 2025 il volume mondiale di dati crescerà di dieci volte rendendo indispensabile lo sviluppo di una forza lavoro capace di utilizzare queste informazioni per l’innovazione.
In questo contesto di rapida crescita dei dati e trasformazione digitale, la padronanza dei dati e dell'intelligenza artificiale non è più facoltativa, ma essenziale per il successo sia in ambito accademico che professionale.
Oggi, la data literacy e l’AI literacy sono considerate competenze chiave per affrontare le sfide del mondo del lavoro e dell’innovazione.
A complemento di queste competenze tecnologiche, anche il pensiero creativo, la resilienza, la flessibilità e l'agilità, insieme alla curiosità e all'apprendimento permanente, dovrebbero continuare ad acquisire importanza nel periodo 2025-2030, come indicato dal The Future of Jobs Report 2025.
In questo scenario, l’International Literacy Day promosso dall’UNESCO assume sempre di più un nuovo significato: non si tratta più solo di un’occasione per riflettere sull’importanza di saper leggere e scrivere, ma anche – e soprattutto – di comprendere e interpretare i dati, una capacità ormai fondamentale per affrontare un’esigenza sistemica.
In Italia, ad esempio, solamente il 22% della popolazione in età lavorativa possiede competenze digitali avanzate, riflettendo una doppia necessità che si riverbera anche a livello globale.
- Gli studenti hanno bisogno di percorsi formativi che li aiutino a sviluppare competenze pratiche, trasversali e digitali, fondamentali per orientarsi nel mercato del lavoro. Cercano strumenti che rendano l’apprendimento più coinvolgente e accessibile, anche per chi parte da zero, e che stimolino il pensiero critico, la capacità di risolvere problemi e l’attitudine all’innovazione.
- Gli insegnanti, dal canto loro, sono chiamati a guidare le nuove generazioni verso una comprensione più profonda delle informazioni digitali. Hanno bisogno di risorse didattiche aggiornate, flessibili e facilmente integrabili nei programmi scolastici, che consentano di avvicinare gli studenti alle discipline STEM e alla data science in modo semplice e concreto. In questo modo, possono trasmettere agli studenti le competenze necessarie per affrontare le sfide del futuro e aiutarli a costruire un curriculum che sia in linea con le richieste del mercato, contribuendo a colmare il divario tra domanda e offerta di skill digitali.
Per rispondere a questa esigenza, SAS, leader globale nell’analisi dei dati e nell’intelligenza artificiale, è attiva da anni nella divulgazione della data literacy, mettendo a disposizione di docenti e alunni un vasto set di risorse finalizzato allo sviluppo di competenze analitiche fondamentali.
SAS offre opportunità concrete per studenti e insegnanti: tra queste, hackathon globali che coinvolgono studenti, startup e professionisti nella risoluzione di sfide reali tramite AI e analytics, e la Curiosity Cup, una competizione internazionale che stimola l’applicazione delle competenze di data science su problemi concreti. SAS collabora con oltre numerose università in tutto mondo per integrare data science e AI nei programmi didattici, offrendo risorse, workshop e mentorship. Attraverso piattaforme come SAS Skill Builder e corsi di Data Literacy gratuiti, studenti e docenti possono accedere a formazione e strumenti avanzati come SAS Viya for Learners e Viya Workbench, utilizzati dalle principali organizzazioni a livello globale.
Nel 2024, 300.000 insegnanti e studenti hanno avuto accesso alle offerte software gratuite dell’azienda, e lo stesso anno ha segnato il lancio di SAS Viya Workbench for Learners, un ambiente di calcolo gratuito basato su cloud e on-demand con ambienti di programmazione flessibili e integrazione perfetta degli strumenti, e del Responsible Innovation and Trustworthy AI coursework.
Tuttavia, secondo SAS, oggi le competenze soft – come l’empatia, la curiosità e la capacità di relazione – hanno un peso egualmente importante nella costruzione di una carriera solida. A fare la differenza non sono solo i titoli, ma l’attitudine.
Restare aperti, essere autentici e coltivare la voglia di imparare ogni giorno è ciò che rende un professionista davvero completo secondo l’azienda, che in occasione del literacy day condivide tre consigli per ricavare il massimo dal proprio percorso di apprendimento nel mondo dei dati e dell’AI:
1. Fare della curiosità il proprio punto di forza
Ciò che davvero può fare la differenza non è solo quello che si sa, ma il desiderio continuo di sapere di più. Curiosità e capacità di fare domande sono risorse potentissime. In un contesto lavorativo sempre più fluido e veloce, esplorare e restare aperti al nuovo è una competenza fondamentale. Ed è proprio facendo le domande giuste che si cresce.
Ai data scientist è richiesta una “modalità di apprendimento” sempre attiva: nuove tecnologie da imparare, strumenti da implementare e dati da analizzare sono all’ordine del giorno, e per questo SAS ha lanciato la propria Curiosity Cup competition, che lo scorso anno ha visto partecipare più di 100 squadre studentesche provenienti da 19 Paesi.
2. Creare legami che contano
Il lavoro non è mai solo un fatto individuale. La qualità delle relazioni che costruiamo, basate sulla fiducia e sull’ascolto può aprire strade inaspettate. Non si tratta di accumulare contatti, ma di trovare il proprio network, ovvero costruire una rete di scambio e sostegno che accompagni il nostro sviluppo, professionale e umano.
Nel 2024, SAS ha stretto più di 55 nuove partnership con programmi universitari in tutto il mondo, offrendo al contempo a insegnanti e studenti opzioni gratuite e a basso costo per accedere ai propri software, tra cui il SAS Educator Portal, che semplifica l’integrazione dei dati e dell’intelligenza artificiale in classe, e SAS Skill Builder for Students, un portale online che aiuta gli studenti ad avviare la loro carriera nel campo dell’intelligenza artificiale e dell’analisi dei dati.
Inoltre, la SAS Certification and Skills Directory consente ai datori di lavoro di trovare coloro che possiedono credenziali sviluppate attraverso i corsi.
3. Non aver paura di fare errori: sono opportunità travestite
Nessun percorso è perfetto. Gli errori fanno parte del gioco, ed è giusto così. Una lezione che si può imparare nel percorso per diventare un data literate è non dare mai nulla per scontato. Imparare ad aspettare, ad ascoltare e raccogliere più informazioni è fondamentale. Saper mettere in discussione le proprie certezze è il primo passo per prendere decisioni più consapevoli.
SAS crede che l’accesso alle opportunità di formazione non debba avere barriere: per questo mette a disposizione software, corsi e risorse gratuite, favorendo una cultura di apprendimento continuo e inclusivo, dove ogni errore diventa occasione di crescita.